lunedì 1 febbraio 2010

Il suono del ghiaccio (IV parte)

III. Pattinare con i suoi occhi

Il giorno dopo, Lisa arriva allo stadio del ghiaccio e nota subito l’assenza dell’auto di Katia, vede che mancano anche le auto delle altre atlete. Lì per lì pensa di aver sbagliato orario e sta per tornarsene a casa, magari a studiare per gli esami di maturità, visto che ultimamente quel traguardo della sua vita è passato in secondo piano. Poi alza le spalle con gesto liberatorio e decide di seguire il richiamo del ghiaccio. Con lo stadio così deserto può concentrarsi solo su se stessa e lasciarsi andare come non fa più da tempo.
Con un sorriso radioso sulle labbra va ad allacciarsi i pattini e dopo poco sale in pista euforica scivolando più veloce del solito, più leggera. Dalla bocca escono nuvolette di vapore che si condensano subito nel freddo umido dello stadio. Non avrebbe fatto caso a Maxim se non avesse notato quel ragazzo con gli occhiali da sole più di una volta nelle ultime settimane. Quel pomeriggio nel deserto del palazzetto lo vede imbarazzato torcersi nervosamente le mani seduto sulla panchina a bordo pista.
-Ciao, cerchi qualcuno?
Lisa gli si avvicina frenandogli improvvisamente davanti. Maxim sobbalza.
-Mia sorella, Katia, mi aveva detto di venire all’allenamento oggi pomeriggio. Non sapevo fosse stato rimandato.
Maxim fa un gesto circolare come ad indicare la mancanza di musica e di anima viva tutto intorno a loro.
-Non è stato rimandato…
Lisa assorta ed in preda allo stupore rimane a bocca aperta intuendo la trappola.
-Aspetta un attimo… Se Katia è tua sorella tu devi essere Maxim. Oddio non pensavo… Non immaginavo che fossi così…
-Cieco?
-No! Cioè, anche… Non che sia un problema… Stavo per dire che sei un po’ grosso per me.
Maxim si tocca le braccia sorridendo divertito, Lisa avvampa per l’imbarazzo.
-Volevo dire che Katia mi aveva gentilmente comunicato che oggi avrei avuto suo fratello Maxim come allievo durante l’allenamento. Noi lo facciamo a volte, teniamo per le mani i bambini ai primi passi sul ghiaccio durante gli allenamenti per lasciarla libera di seguire gli agonisti.
-Quindi il problema è che non sono un bambino?
Lisa lo guarda divertita, a pensarci bene tanto meglio così.
-No, no! Oddio come sono sgarbata, mi chiamo Lisa tanto piacere di conoscerti fratellino di Katia.
Scoppiano a ridere entrambi e Katia che sta entrando in quel momento con gli allievi decide di portarle in palestra quel pomeriggio, l’allenamento a secco non è mai troppo!

L’equilibrio sulle lame non è un problema per Maxim, una persona che non vede è abituata a fare affidamento sugli altri sensi. Il suo equilibrio è innato e Lisa lo guarda ammirata mentre avanza i primi passi sul ghiaccio a pochi centimetri dalla balaustra. Lui segue con prudenza il perimetro della pista sfiorando la balaustra con una mano. Si gusta l’aria pungente sulle guance.
-Non te la cavi per niente male! Non posso credere che questa sia la tua prima volta sul ghiaccio!
Lisa non lo abbandona un secondo per paura che le scivoli davanti e la trovi impreparata.
-Dici?
-Se ripenso ai miei primi passi sul ghiaccio…
Lui accenna ad un movimento brusco e la mano di Lisa immediatamente lo sorregge.
-Tranquilla, anche se cado non mi rompo.
Per tutta risposta lei lo prende per mano e lo allontana dalla balaustra, pattina all’indietro per controllare meglio i movimenti dell’allievo. Dopo avergli impartito le nozioni fondamentali riguardo alla pattinata e alla tecnica di frenata si sposta sul fianco e tenendolo per una sola mano gli insegna a fare i limoni sul ghiaccio.
Maxim impara presto, ha senso del ritmo e i suoi movimenti non sono mai impacciati. Lisa inizia a lasciarlo andare ed inevitabilmente arrivano le cadute, ma non sono un problema, Maxim si rialza da solo e riprende con una tenacia che la colpisce profondamente.

Continua...

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