venerdì 14 maggio 2010

Due libri sul comodino

Gli ultimi due libri sul mio comodino sono stati molto…diversi. Li ho comprati entrambi in un supermercato, spinta principalmente dal fatto che costavano poco. Lo so che è squallido, ma per una lettrice accanita i libri iniziano a diventare costosi! In questo modo però si prendono le fregature in genere…
Per questa volta il bilancio è positivo: un colpo di filmine così intenso per la Niffeneger che mi fa dimenticare lo sbadiglio continuo per la Adrian.
Ho trovato magnifica la prosa di Audrey Niffeneger, nel La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo si viene trascinati dalla forza delle sue parole. La potenza del racconto accosta la vita comune ad un’esperienza surreale come quella dei viaggi spaziotemporali, riuscendo a rendere vivide e mai banali entrambe le esperienze. Così Henry, l’uomo che viaggia nel tempo parla della propria vita:
In realtà è proprio un’ironia. I miei piaceri sono molto semplici: le gioie della poltrona, le tranquille emozioni della vita domestica. Chiedo soltanto piaceri modesti. Un romanzo giallo da leggere a letto, il profumo dei lunghi capelli color oro di Clare ancora umidi dopo la doccia, una cartolina arrivata da un amico in vacanza, la panna che si scioglie nel caffè, la morbidezza della pelle sotto il seno di Clare, la simmetria delle borse del droghiere appoggiate sul banco della cucina in attesa di essere svuotate. Mi piace vagare nel deposito libri della biblioteca, quando i lettori sono ormai tornati alle loro case, sfiorando le coste dei volumi. Queste sono le cose che mi trafiggono di nostalgia quando il capriccio del tempo mi sottrae.
Ogni aspirante scrittore darebbe la mano destra per scrivere qualcosa di così sublime e pulito…
Purtroppo non posso dire altrettanto del secondo libro che ho comprato al supermercato. Il bacio di mezzanotte di Lara Adrian è veramente bruttino, prevedibile, scritto male (a volte il fraseggio non scorre, bisogna tornare indietro e rileggere!). Non si vola mai con la fantasia, leggendolo ci si sente imprigionati nell’atmosfera da romanzetto tutto sospiri e maschi dalla potenza sessuale eccessiva e fastidiosa.
Donne lettrici ribellatevi, va bene essere romantiche, ma questi personaggi in stile “uomo che non deve chiedere mai” non sono sorpassati? Non ci meritiamo protagonisti maschili senza clava e magari con un po’ di spessore psicologico?
Io dico di sì.

giovedì 6 maggio 2010

Una poesia per la mia Mantova


IL CASTELLO DI ISABELLA


Mura forti e robuste oltre a
fossati profondi, dove l’acqua scava
le sue vie segrete.
Disegni di mattoni e finestre sottili,
appuntite, lisce come madreperla.
Orme di cavalli sul sentiero.
Il ponte levatoio abbassato rivela
un mondo fatto di argilla e fili d’erba brillante.

Cercherò artisti illustri per dipingere
le mie stanze.
Desidero che le rendano immortali.
Non sarò sazia fino al giorno in cui
la gente passando alzerà la testa per vedere le torri.
Voglio stupore e memoria, storia e
stirpe.

Tuttavia conosco la vita della mia creatura.
E’ terra e acqua,
legnetti e conchiglie.
Prima di scomparire il mio castello
avrà la riverenza di un’onda del lago.

Non c’è rimpianto in me,
metto alla prova la mia futura grandezza.
Sono d’Este di nascita e Gonzaga per matrimonio.