venerdì 9 luglio 2010

Mele sulla neve (terza parte)

Quando vado a vedere chi è alla porta non posso credere ai miei occhi, sul cancello intabarrata in uno scialle rosso fuoco c’è Angela, mia madre, bellissima e surreale in equilibrio sui tacchi affilati di un paio di improbabili decolté color rubino. Nella bufera di neve mia madre è una Cappuccetto Rosso un po’ attempata, con l’aggiunta di una spruzzata del fascino magnetico che hanno posseduto solo alcune grandi dive del passato. Quando la vedo penso ai capelli monoblocco di Marilyn Monroe, agli occhi scaltri di Audrey Hepburn; la sua voce è una copia esatta di quella delle doppiatrici dei colossal degli anni cinquanta in perfetto stile Sansone e Dalila.
Perché non le somiglio? La bilancia della combinazione genetica pende tutta dalla parte dell’anonimato, non sono indimenticabile come lei. Assomiglio a mio padre, come lui ho insignificanti capelli a spaghetto e un fisico non proprio da ballerina.
«Gesù benedetto! Che bufera!»
Angela saltella sul vialetto e raggiunge la porta d’ingresso, si toglie lo scialle con un gesto teatrale e mi dà un bacio appiccicoso di rossetto sulla guancia.
«Ho dovuto interromepere il massaggio dall’estetista a causa di questa maledetta neve! Non è per il denaro, anche se si paga in anticipo e in un caso simile non è giusto, ma chissà quando Lucy avrà un’ora di buco per me.»
La nonna ed io la guardiamo un po’ a disagio, facciamo sì con la testa, ma non abbiamo la più vaga idea di come funzionino gli appuntamenti dall’estetista. E comunque chi è Lucy?
«I coreani sono molto impegnati.» La mamma lo dice come si pronuncia amen alla fine di una preghiera, è solenne, assoluta.
«Forse perché sono i migliori.» Azzardo tanto per intervenire e compiacerla.
«C’è di meglio, mia cara, fidati…»
Mentre Angela si dilunga sull’arte del massaggio tailandese, su quanto stimoli l’epidermide e lo spirito, io e la nonna alziamo le spalle all’unisono e ci sorridiamo. Non viviamo nel suo mondo, questo ci rende complici come due scolarette.
Guardo di nuovo fuori dalla finestra, la mia C1 è sommersa dalla neve, a questo punto i miei timori diventano una tragica realtà: sono bloccata in compagnia delle due donne più importanti della mia vita, costretta a una convivenza forzata e al confronto con due colossi della femminilità famigliare.

Continua...

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