lunedì 5 luglio 2010

Mele sulla neve (prima parte)

Mele cotte allo zenzero, dolci, profumate, ricoperte da una sottile crosta di zucchero caramellato, spumose e fragranti. Sono ancora calde, fumano nella tazzina di porcellana bianca con il manico così sottile che lo stringo con cautela fra pollice e indice, come se fosse lo stelo di un tulipano.
Mia nonna mi offre tutto quando vado a trovarla. Mi nutre, riempie porzioni del mio stomaco che non sono abituate al senso di sazietà. Fuori nevica, nella cucina della nonna c’è posto solo per un vago senso d’impazienza che mi punzecchia una frangia di coscienza. Sono bloccata qui, lontana da tutto, stretta in una trappola di affetto e neve fuori stagione. Aspetto che smetta di nevicare per mettermi in macchina e tornare a casa, lancio occhiate inquiete all’orologio e sguardi desolati in direzione della finestra.
Marco sarà in pensiero? Avrà dato da mangiare alla gatta?
Fuori c’è sempre più buio e il vento fa turbinare i fiocchi di neve che sembrano batuffoli di cotone tanto sono grossi.
«Bela la mè pütina! Questa l’è la mè pütina!»
La nonna è in visibilio, come sempre quando mi vede. Le sorrido e ascolto distrattamente le prime note di Lisa dagli occhi blu. Il nastro della cassetta che stiamo ascoltando deve essere vecchio almeno quanto me, la radio lo stiracchia e allunga le note della canzone. La nonna canta “senza le trecce la stessa non sei più”, la sua voce cambia quando parla in italiano, perde di determinazione.
«Ne vuoi ancora?»
Non potrei, non dovrei, mi rovinerò l’appetito per la cena, ma la sua domanda è retorica. Non ha ancora finito di formularla che la mia tazzina è di nuovo piena di poltiglia bianca, soffice e profumata. Accosto il naso come se contenesse petali di fiori. Le mele odorano di scorzette di limone, io le adoro, così mi impegno a cercarle col cucchiaino per mangiarle per prime.
Continua...

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